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CROCIFISSO CON SAN VITO E SAN LORENZO MARTIRI
Autore: Ignoto
Datazione: 1634
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: Cappella destra
Tecnica esecutiva: Dipinto ad olio su tela
Misure: 212x140
La composizione raffigura un Crocefisso tra i Santi Vito e Lorenzo. Alle spalle di queste figure si vede una città cinta da mura, forse Gerusalemme, sotto un cielo carico di nubi tempestose, che alludono al momento della morte di Cristo. La figura di S. Vito, posta sulla sinistra, è abbigliata in maniera ricercata con abito rosa e giallo, sottabito bianco, mantello ocra ed eleganti stivali. Con la mano sinistra tiene la palma del martirio, mentre con la destra abbassata porta a catena un cane ed un leone, attributi della sua iconografia. È dipinto con un atteggiamento di movimento, con le vesti fluttuanti, come se stesse danzando, il che può alludere sia al suo patronato dei danzatori, o al Ballo di S. Vito, termine popolare per indicare le convulsioni, per le quali era invocato come liberatore. S. Lorenzo, a destra del Crocefisso, è effigiato in modo statico, anche il suo abbigliamento è prezioso, sopra un camice bianco da messa, indossa la classica dalmatica da diacono, senza il riquadro pettorale, realizzata simulando un prezioso damasco rosso e oro. Con la mano destra sostiene il Vangelo e la palma del martirio, il braccio poggia su una grande graticola che si intravede alle sue spalle. Alla base della croce è dipinta la data 1647.
HTMLText_DA017998_C3B9_36B7_41E0_B9BA2A723CA7.html = MADONNA CON BAMBINO TRA GLI ANGELI
Autore: Ignoto
Datazione: XVI sec.
Collocazione: Stroncone, chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: altare maggiore
Tecnica esecutiva: Affresco e tecnica mista
Misure 248x163
Vi è raffigurata la Madonna in piedi che sostiene in braccio il Bambino seminudo che porta in mano un piccolo libro che forse allude al Vangelo. Le due figure sono riparate da un ciborio realizzato con quattro colonne di marmo ed una copertura a padiglione protetta da scaglie bronzee. Sulla trabeazione è drappeggiata una lunga collana di sfere di corallo terminante ai due lati con due rami che alludono al sacrificio di Cristo. Alle spalle della Madonna scende un drappo di tessuto damascato. Disposti vicino alle colonne, si trovano quattro angeli, dipinti con dimensione minore di quella della Vergine, nell'atto di sostenere le colonne stesse. Questa scena è limitata da un muro di mattoni con cornice superiore, realizzata con dovizia di particolari come gli scoli per l'acqua o le piante infestanti. Dietro il muro si apre un paesaggio che al centro raffigura un vasto specchio d'acqua, forse un mare, mentre ai lati due lembi di terra alberata che termina nell'acqua. Sulla terra di destra, sopra uno sperone roccioso è dipinto un borgo con torri e campanile. Sul lato destro al limite con la macchina di altare aggiunta, è emersa una cornice dipinta con rilievi e riserve che porta una tabella con data, purtroppo illeggibile se non per il mese: aprile. Questo ci aiuta a capire che il dipinto è stato coperto dalla macchina d'altare, per almeno trenta centimetri sul lato destro e per sessanta centimetri sul lato sinistro. Lo stile pittorico richiama alla mente quello di Pietro Vannucci; quindi, l'autore andrebbe annoverato tra i molti che hanno imitato o tratto ispirazione dal Perugino. Si attesta, in questo periodo sul territorio, la presenza degli Aquili, Antonio che lavora a Vacone nel 1501 e Evangelista a Collescipoli nel 1516. La tecnica pittorica parte sicuramente con un buon fresco, realizzato in tre giornate, che dividono il dipinto in tre fasce verticali, non si può capire se la partenza avviene a destra o sinistra, sicuramente la giornata centrale che riguarda la figura della Madonna è quella conclusiva. Dal tipo di pennellata corta e ravvicinata con cui rende i volumi degli incarnati e da certi preziosismi realizzati nelle zone anche distanti dalla vista, possiamo dedurre che l'autore sia un artista avvezzo anche a lavorare su opere mobili, come tavole. Si possono notare le tracce di piccoli elementi a rilievo che erano apposti sulle architetture, come cere o cartepeste, di cui rimane lo strappo provocato sulla pellicola pittorica. Anche sulla fronte degli angeli erano apposti dei diademi, leggibili come zona pulita sulla superficie sporca. La composizione presenta battiture di corda e incisione indiretta da cartone utilizzato nei due versi
HTMLText_D4CDEAC3_C3B9_4A98_41D6_FC74B34C0CEF.html = SAN BIAGIO DI SEBASTE
Autore: Giuseppe Bastiani
Datazione: Inizi XVII sec.
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: Altare maggiore, lato sinistro
Tecnica esecutiva: Dipinto ad olio su tela
Misure: 181x79
Il dipinto è inserito nella riserva rettangolare sinistra della macchina d'altare in stucco, opera dei fratelli Grimani. S. Biagio è effigiato a figura intera inserito in una nicchia, il viso è quello di un uomo anziano che rivolge lo sguardo all'assemblea, l'abbigliamento è da vescovo. Con la mano destra impugna un ricco pastorale mentre con la sinistra il pettine cardatore simbolo e strumento del suo martirio. Indossa un amitto bianco con sopra stola e piviale gialli e mitra bianca ricamata. L'esecuzione del piviale è talmente circostanziata da lasciar supporre che sia stata desunta da un modello reale. Se ne può intuire la pesantezza ed il bagliore della seta e del filo metallico utilizzati. La bordura è quella che passa sotto il nome di Figurato fiorentino e vi si riconoscono le immagini della Madonna, di angeli cherubini e di un'ostia fiammeggiante. L'autore utilizza come supporto, una tela intera con una trama a filo grosso. La superficie fronte viene spianata dall'apposizione di una preparazione di colore bruno e di natura oleosa. Le zone campite sono realizzate con pennellate tirate, mentre per i particolari la pittura diventa più materica.
HTMLText_DFAB50BB_C249_56EB_41D6_B5F84904F4FB.html = SAN GIORGIO
Autore: ignoto
Datazione: XVII sec.
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: Altare maggiore, lato destro
Tecnica esecutiva: Dipinto ad olio su tela
Misure: 181x79
Il Santo è effigiato a figura intera nell'atto di trafiggere il drago in forma di rettile alato, immobilizzato sotto i suoi piedi. Indossa una tunica bianca corta sotto un'armatura di colore azzurro ed una sorta di cintura gialla con frange larghe che ricadono sulla tunica. Un mantello rosso passa davanti al suo collo e finisce alle sue spalle con improbabili evoluzioni, un lembo viene trattenuto dalla mano sinistra. Non indossa calzari né elmo. Sul fondo un paesaggio con cielo terso sopra una roccia scura dove si intuisce l'antro del drago. Le riflessioni che ci portano a non associare quest'opera alla sua corrispondente di sinistra sono, innanzi tutto l'ambientazione, il S. Biagio è inserito in una nicchia e il S. Giorgio in un paesaggio, la qualità pittorica risulta assolutamente dissimile, anche se quello che vediamo è frutto di diffusi rifacimenti. Si potrebbe ipotizzare che sia stato sostituito nel tempo a causa di perdita del dipinto originale, ma la tela di supporto ed il telaio risultano identici in entrambi i casi. Un'ulteriore ipotesi è quella che l'effige sia stata modificata, a causa di ammaloramento del dipinto o di calo di interesse per il culto del santo precedente. In realtà questo S. Giorgio somiglia forse di più ad un S. Michele Arcangelo. Il guerriero senza calzari, né elmo, con il viso femmineo ed i capelli scomposti, sembra appartenere più ad un esercito celeste che a quello terreno. Il suo mantello rosso con evoluzioni del tutto innaturali sembra voler nascondere un bel paio di ali spiegate.
HTMLText_E0AC0505_C24A_DF9C_41D7_667A477EF619.html = SAN LEONARDO DI NOBLAC
Autore: ignoto
Datazione: sec. XVI inizi XVII
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: Parete sinistra
Tecnica esecutiva: Mezzo fresco
Misure: 190x107
S. Leonardo di Noblac, rappresentato a figura intera, in veste di abate, con la mano destra sostiene i ceppi, attributo inequivocabile delle sue rappresentazioni, mentre con la mano sinistra sostiene il Vangelo. Un drappo rosso molto semplificato, cala dietro alle sue spalle per nobilitarne la figura, sul fondo si scorge uno scarno paesaggio fatto da un prato verde che degrada verso due collinette ombreggiate, il cielo è terso e risulta di debole intensità. Conclude la scena una cornice gialla con ombreggiature di colore rosso. Anche questo dipinto, come il S. Vito, è opera di autore modesto e di committenza devozionale. Pare sia l'unica immagine di S. Leonardo presente nel paese, anche perché il culto per questo santo, molto sentito nel Medioevo, è andato diminuendo nei secoli successivi. A giudicare dalla diffusa presenza di fori di chiodi utilizzati per gli ex-voto, questo culto a Stroncone si è mantenuto per tempi più lunghi. La superficie pittorica era completamente coperta da vari strati di pittura e scialbi, fatta eccezione per due tasselli di scopertura realizzati in un intervento precedente.
HTMLText_ED63709A_C24B_76B1_41CA_9B8BDADB22BD.html = SAN VITO MARTIRE
Autore: ignoto
Datazione: sec. XVI
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: controfacciata
Tecnica esecutiva: affresco murale
Misure: 190x107
Il dipinto è stato realizzato in controfacciata, sulla zona di sinistra. Qui si raffigura il Santo in abiti eleganti, corredati da preziose calzature e raffinato copricapo. S. Vito è in piedi, a figura intera, la mano sinistra si poggia sul fianco, mentre con la destra sollevata tiene una pianta, che forse dovrebbe rappresentare la palma del martirio. A terra, vicino ai suoi piedi sono accovacciati due cani, uno bianco ed uno nero muniti di collare. La scena di fondo è molto semplificata, si può vedere un piano di appoggio di colore ocra, scurito verso la linea di orizzonte, da cui sale un cielo che degrada da chiaro a scuro. Il dipinto è inserito in una grande cornice costituita da una fascia interna di colore nero che si conclude con una fascia rossa modanata. Sulla fascia superiore si è ritrovato un fastigio decorativo di carattere fitomorfo. L'opera è realizzata con l'utilizzo di una tavolozza molto ridotta, i pigmenti utilizzati sono terre gialle e rosse mescolate in proporzioni diverse e stemperate con calce, mentre il cielo sembra utilizzare un pigmento organico di derivazione vegetale, ora molto sbiadito. Non si sono trovate tracce di incisione, di spolvero o disegno preparatorio. La stesura dell'intonachino è stata realizzata in un'unica soluzione.
HTMLText_EFA0ECBF_C249_CEED_41C0_D699D0C92B75.html = SANTO CHE UCCIDE IL DRAGO
Autore: ignoto
Datazione: sec. XVI inizi XVII
Collocazione: Stroncone, Chiesa della Madonna del Gonfalone - Piazza della Torre
Collocazione spec.: parete sinistra
Tecnica esecutiva: Mezzo fresco
L'opera si trova sulla parete sinistra, in prossimità dell'altare maggiore. Il dipinto ci giunge fortemente mutilato, soprattutto manca la testa del santo, che forse ci avrebbe dato indicazioni più precise. L'immagine leggibile è quella di una figura maschile in piedi mentre trafigge con una lunga lancia un drago che si contorce in primo piano. Gli abiti indossati dal personaggio, provocano maggiore incertezza nell'identificazione, egli indossa una cotta bianca ricamata d'ispirazione ecclesiastica, dalle maniche di questo indumento fuoriescono due manicotti di colore giallo, anche essi decorati, che farebbero pensare ai para braccia di un'armatura. Questi insieme al mantello rosso, lascerebbero ipotizzare un santo guerriero, ma le mani sono guantate di bianco, attributo tipico degli alti prelati o del papa stesso. Ci troviamo comunque davanti all'uccisione di un drago quindi l'attribuzione potrebbe essere cercata tra S. Giorgio, S. Silvestro, S. Agapito Papa, S. Teodoro, S. Pellegrino e molti altri. La figura del drago è realizzata con dovizia di particolari, anche se ormai in veste di frammenti sono leggibili le scaglie che ricoprono il corpo da rettile, gli occhi presenti sulle ali e due corna che corredano la bocca spalancata e armata di grossi denti. La scena si conclude con una cornice dipinta molto articolata con lacunari di colore verde e azzurro e borchie rilevate.
## Tour
### Description
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tour.name = Chiesa del gonfalone